Autismo e Neuropsicomotricità

Aprile è il mese dedicato alla consapevolezza sull’autismo. Tante sono le informazioni ad oggi disponibili e tante sono ancora le ricerche in corso che consentiranno nuove conoscenze nel futuro; oggi però vogliamo concentrarci sul ruolo che il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) svolge all’interno dell’équipe di professionisti che prende in carico un bambino al ricevimento della diagnosi.

Prendiamo in prestito le parole del presidente della Commissione d’albo nazionale dei TNPEE Andrea Bonifacio, che sintetizza lo stato dell’arte attuale: “I disturbi dello spettro autistico rientrano in un quadro più ampio di alterazioni del neurosviluppo. Gli studi scientifici evidenziano come le vulnerabilità di adattamento delle persone affette da questo disturbo siano il risultato di una serie di difficoltà funzionali, che compromettono in particolar modo la capacità di modulare e interpretare le informazioni, difficoltà espresse con comportamenti di ipo o iper reattività nell’interazione con l’ambiente esterno, con le persone e con il mondo inanimato.”

A partire da queste considerazioni, il TNPEE può intervenire con efficacia per intercettare i processi e le trasformazioni che caratterizzano il bambino nel suo percorso di sviluppo; egli è in grado pertanto di anticipare i suoi bisogni emergenti guardando all’integrazione delle competenze, alla loro generalizzazione nei contesti di vita e al lavoro di rete fra gli adulti di riferimento (familiari, i caregiver e insegnanti di scuola) e i diversi professionisti. 

Il TNPEE, grazie alla sua specificità legata al movimento, interviene e propone giochi e attività con schemi motori sempre differenti che da una parte potenziano l’area motoria e dall’altra sostengono il gioco condiviso, l’ampliamento delle modalità ludiche, l’interazione con gli altri, l’attenzione visiva e condivisa.

In particolare, l’area motoria può essere interessata all’interno dell’ampio spettro della diagnosi di autismo e pertanto i giochi che avvengono all’interno della stanza neuropsicomotoria servono a promuovere e migliorare le abilità motorie grossolane e fini, migliorando la coordinazione, l’equilibrio e la consapevolezza corporea. All’interno di tutte le attività motorie, sono sottointese tutte i processi cognitivi, come la pianificazione, l’attenzione, la memoria e l’imitazione, spesso carente in questi casi, contribuendo così a un miglioramento complessivo delle funzioni esecutive e delle capacità di apprendimento.

Un ulteriore ambito di intervento del TNPEE è legato alla sfera sensoriale, spesso alterata nei bambini con autismo; pertanto i giochi proposti avranno un ulteriore obiettivo, ovvero favorire un’elaborazione ed organizzazione delle informazioni sensoriali più armoniosa e regolata dell’ambiente circostante.

In conclusione, l’inserimento della terapia neuropsicomotoria, all’interno del piano riabilitativo di bambini con autismo risulta funzionale per potenziare l’area relazionale, sociocomunicativa, l’ampliamento degli schemi di azione sugli oggetti, dell’esplorazione e delle sequenze ludiche che ne derivano. Particolare attenzione viene posta agli aspetti motori e sensoriali, estendendo il piano riabilitativo a tutti gli adulti coinvolti nella gestione del bambino per favorire l’emergere delle competenze.